Introduzione
In linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione del settore edilizio, anche in Italia si assiste a un cambiamento epocale nella progettazione degli impianti domestici. Soluzioni di riscaldamento a basse emissioni, in particolare pompe di calore e impianti solari fotovoltaici, stanno gradualmente sostituendo le tradizionali caldaie a gas istantanee. Questo passaggio comporta anche un ritorno allo stoccaggio dell’acqua calda sanitaria (ACS): molte abitazioni italiane, soprattutto appartamenti dotati finora di caldaie combinate istantanee, si trovano per la prima volta ad integrare un sistema di accumulo per l’acqua calda.
Reintrodurre serbatoi di accumulo ACS nelle case italiane pone però nuove sfide ai progettisti. Prima di tutto, i bollitori tradizionali sono ingombranti e difficili da collocare nei moderni appartamenti e negli spazi spesso ridotti dell’edilizia residenziale urbana. Inoltre, emerge un aspetto critico legato alla salute pubblica: come evitare che il ritorno dello stoccaggio di acqua calda in ambiente domestico reintroduca rischi noti come la Legionella, batterio che prolifera nei serbatoi di acqua tiepida?
Come possono i progettisti concepire impianti che siano non solo efficienti dal punto di vista energetico, ma anche intrinsecamente sicuri, di facile manutenzione e conformi alla normativa italiana? In questo articolo esamineremo come le batterie termiche Thermino di Sunamp possano aiutare i professionisti italiani a realizzare sistemi di produzione di ACS più sicuri, a basse emissioni e pienamente rispondenti alle normative, facilitando al contempo gli interventi di riqualificazione energetica e i nuovi progetti edilizi.
Rischio Legionella e quadro normativo in Italia
La Legionellosi (o Malattia del Legionario) è un’infezione polmonare causata dall’inalazione di micro-gocce d’acqua contaminate dal batterio Legionella pneumophila. Questo microrganismo prolifera facilmente negli impianti idrici tradizionali in cui l’acqua è stoccata a temperature favorevoli alla crescita batterica, tipicamente nel range tiepido 25–45 °Cmilano.repubblica.it. L’infezione avviene respirando aerosol (ad esempio sotto la doccia) contenenti Legionella, e può provocare una grave polmonite, potenzialmente mortale soprattutto in soggetti anziani o fragilimilano.repubblica.itmilano.repubblica.it.
Un’eventuale epidemia di Legionella in un edificio può avere conseguenze sanitarie gravissime e comportare anche responsabilità legali rilevanti per i proprietari e i gestori. In Italia si registrano ogni anno migliaia di casi di legionellosi (3.111 casi notificati nel 2022, in aumento del 14% rispetto all’anno precedente)csdm.it. Purtroppo non mancano episodi nei contesti residenziali: recenti casi di cronaca hanno visto focolai di Legionella in condomini con esiti tragici (ad esempio un focolaio a Milano nel 2025 con un decesso e diversi ricoveri)milano.repubblica.it. Ciò ha acceso i riflettori sulla necessità di una prevenzione rigorosa. Proprio nel 2023 la normativa italiana si è evoluta per affrontare meglio questo rischio.
Obblighi di prevenzione Legionella (Linee guida e D.Lgs 18/2023)
In Italia esistono dal 2000 delle Linee Guida ufficiali per la prevenzione e il controllo della Legionella (aggiornate nel 2015 in sede di Conferenza Stato-Regioni), che forniscono raccomandazioni tecniche sulla gestione degli impianti idrici. Tali linee guida, in coerenza con gli standard internazionali, indicano che l’acqua calda sanitaria dovrebbe essere mantenuta ≥ 60 °C nel punto di accumulo e distribuita ai rubinetti almeno a ≥ 50 °C (e ≥ 55 °C in strutture sanitarie), con un ricircolo continuo o frequente utilizzo, mentre l’acqua fredda deve restare < 20 °C. Si raccomanda inoltre di far scorrere almeno settimanalmente i rubinetti utilizzati di rado e di controllare mensilmente la temperatura dell’acqua erogata, per assicurarsi che rientri nelle soglie di sicurezza anti-legionella.
Queste indicazioni, inizialmente linee guida volontarie, sono state in parte recepite dalla normativa cogente. Il recente Decreto Legislativo n.18/2023 (che attua la direttiva UE 2020/2184 sulla qualità delle acque potabili) impone nuovi obblighi ai responsabili degli edifici. In particolare, dopo il punto di consegna dell’acqua da parte dell’acquedotto (contatore condominiale), la salubrità dell’acqua diventa responsabilità del proprietario o amministratore dell’edificio. Il decreto obbliga ad effettuare una Valutazione e Gestione del Rischio Legionella negli impianti, con la redazione di uno specifico Documento di Valutazione del Rischio Legionella (DVR Legionella) per ogni condominio o struttura collettiva. Questo DVR deve essere mantenuto aggiornato e, in caso di mancata predisposizione o aggiornamento, sono previste sanzioni severe da 5.000 fino a 30.000 €. In sintesi, oggi in Italia la valutazione del rischio Legionella è un obbligo di legge, e la gestione attiva del rischio (con misure preventive, monitoraggi periodici e eventuali bonifiche) è parte integrante delle responsabilità di chi progetta e gestisce impianti idrici.
Sicurezza degli accumuli ACS: dispositivi e installazione a norma
Un aspetto normativo cruciale per i progettisti riguarda la sicurezza dei sistemi di accumulo di acqua calda a pressione. In Gran Bretagna la regolamentazione specifica (Building Regulations G3) richiede installatori certificati e dispositivi di sicurezza obbligatori per gli accumuli non ventilati. Anche in Italia, pur non esistendo un equivalente diretto “G3”, vigono norme tecniche e disposizioni di legge che coprono questi requisiti.
Le norme UNI di settore (ad es. UNI 9182 sugli impianti di alimentazione idrica e UNI 8065 sul trattamento dell’acqua negli impianti termici) e le raccomandazioni del CTI (Comitato Termotecnico Italiano) prescrivono misure di sicurezza ben precise per gli impianti ACS con serbatoi a pressione. Ogni bollitore o accumulo deve essere dotato di adeguati dispositivi di sicurezza contro sovratemperatura e sovrappressione, tra cui in particolare una valvola di sicurezza tarata (normalmente una valvola combinata temperatura/pressione, comunemente detta valvola T&P, tarata tipicamente a 90 °C e 6 bar) e un vaso d’espansione sanitario opportunamente dimensionato. Inoltre, vanno previsti sistemi anti-surriscaldamento e anti-scottatura: per esempio, è buona pratica (spesso obbligatoria in ambienti pubblici) installare miscelatori termostatici tarati sull’uscita dell’acqua calda, in modo da limitare la temperatura di erogazione ai rubinetti ed evitare ustioni accidentali.
Dal punto di vista legislativo, l’installazione di bollitori e in generale degli impianti termici deve essere eseguita da imprese abilitate ai sensi del DM 37/2008 (ex Legge 46/90). Ciò garantisce che i componenti obbligatori siano installati correttamente e che l’impianto ACS in pressione sia a regola d’arte. In particolare, per accumuli sotto pressione di grande capacità o in impianti centralizzati, la normativa prevede la redazione di un progetto da parte di un professionista iscritto (quando superano determinate volumetrie o potenze). È importante notare che i piccoli accumuli elettrici (come scaldacqua monofase di capacità ridotta, indicativamente sotto i 15–20 litri) in genere semplificano il rispetto di tali requisiti: essi rientrano in una categoria di rischio inferiore, richiedendo comunque l’installazione dei dispositivi di sicurezza di base, ma con minori complessità rispetto a un bollitore tradizionale di grande volume. Un sistema compatto con volume d’acqua molto contenuto riduce anche le potenziali sollecitazioni e il rischio di sovrapressioni, facilitando la conformità alle norme di sicurezza.
Efficienza energetica e retrofit: evitare nuovi rischi negli interventi
Nell’ambito degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (come quelli incentivati dal Superbonus 110% negli anni recenti o dal Conto Termico), vige il principio di non introdurre nuovi rischi o criticità quando si installano impianti innovativi. Ogni misura di efficienza energetica, inclusa la sostituzione del sistema di produzione di ACS, deve essere appropriata all’edificio e non compromettere la sicurezza o la salubrità. Questo ricalca l’approccio “whole house” (edificio nel suo insieme) già formalizzato nel contesto anglosassone (PAS 2035 per retrofit): in un progetto integrato, l’installazione di una nuova tecnologia non deve creare problemi collaterali come, ad esempio, aumentare il rischio di Legionella o di malfunzionamenti.
Per i progettisti italiani, ciò significa considerare attentamente l’impianto idrico-sanitario durante le riqualificazioni: se si passa da un sistema istantaneo senza accumulo (es. caldaia combi) a uno con accumulo (es. pompa di calore con boiler), occorre prevedere misure che mantengano sotto controllo il rischio Legionella (come ricircolo, trattamenti anti-legionella o progettazione del sistema per evitarne la proliferazione). Negli interventi di edilizia residenziale sociale o in ambito pubblico, questo è particolarmente critico: ogni modifica ai sistemi idraulici potrebbe richiedere un aggiornamento del DVR Legionella condominiale. Soluzioni che minimizzano la complessità e la necessità di manutenzione aggiuntiva risultano quindi preferibili. L’obiettivo ultimo dei programmi di retrofit – migliorare l’efficienza energetica senza compromettere sicurezza e comfort degli occupanti – può essere pienamente raggiunto solo adottando tecnologie che siano sia a basso consumo che intrinsecamente sicure.
Verso edifici a emissioni quasi zero: accumulo termico sicuro per la decarbonizzazione
Dal 2021, tutti i nuovi edifici in Italia devono rispondere allo standard di Nearly Zero Energy Building (NZEB), secondo le direttive europee. Inoltre, il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) e la strategia “Fit for 55” dell’UE puntano a ridurre drasticamente le emissioni degli edifici, promuovendo l’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e acqua calda. In pratica, ciò significa un’adozione crescente di pompe di calore, sistemi ibridi e reti di teleriscaldamento rinnovabili al posto delle caldaie tradizionali a combustibili fossili. A breve termine, in alcune regioni italiane e Paesi europei si discute persino di limitare l’installazione di nuove caldaie a gas nelle costruzioni a partire da metà degli anni 2020, per favorire direttamente soluzioni full-electric.
Questa transizione comporta inevitabilmente un ruolo chiave per l’accumulo termico negli edifici: le pompe di calore funzionano in modo più efficiente se abbinate a serbatoi di accumulo (che compensano l’erogazione più lenta rispetto a una caldaia istantanea) e l’utilizzo di energia solare richiede sistemi per immagazzinare l’energia in eccesso. Torna quindi in auge lo storage di acqua calda nelle abitazioni, dopo decenni in cui molti impianti autonomi ne facevano a meno.
È fondamentale però che il ritorno dello stoccaggio di ACS non comprometta la sicurezza sanitaria. Le normative igienico-sanitarie già citate (D.Lgs 18/2023, linee guida ISS) impongono che questi nuovi accumuli siano progettati in modo da essere “a prova di Legionella” per design. Ciò significa minimizzare i volumi d’acqua stagnante e assicurare regimi di temperatura corretti, senza affidarsi unicamente a interventi manuali o trattamenti chimici post-installazione. I progettisti sono dunque chiamati a scegliere soluzioni di accumulo innovative, in grado di conciliare decarbonizzazione e sicurezza: proprio in questo ambito si inseriscono le batterie termiche Thermino di Sunamp, concepite per fornire acqua calda in modo efficiente e intrinsecamente sicuro.
Come Thermino aiuta i progettisti a garantire sicurezza, conformità e decarbonizzazione
Funzionamento delle batterie termiche Thermino
Le batterie termiche Thermino immagazzinano calore anziché acqua. Questa differenza concettuale ha implicazioni sostanziali sia sul fronte della prevenzione Legionella che della manutenzione. In un sistema Thermino, infatti, l’acqua sanitaria non è accumulata in un grande serbatoio, ma circola in un piccolo circuito interno (uno scambiatore a serpentino) immerso in un medium solido che accumula calore. Vediamo più in dettaglio come è fatto:
- Un modulo Thermino contiene un serpentino interno in rame (scambiatore di calore) riempito con acqua prelevata dall’acquedotto (acqua di rete potabile). Questo circuito assorbe il calore fornito da una fonte esterna (pompa di calore, caldaia, fotovoltaico tramite resistenza, ecc.) attraverso un secondo serpentino di acqua tecnica oppure da una resistenza elettrica integrata.
- Attorno al serpentino si trova il materiale di accumulo brevettato di Sunamp, chiamato Plentigrade – un materiale a cambiamento di fase (Phase Change Material, PCM) non tossico (derivato da sali alimentari) con elevata densità energetica. Questo PCM può assorbire e cedere grandi quantità di energia termica cambiando stato (fondendo e solidificando) a una temperatura prefissata.
- Quando il sistema è carico, il PCM Plentigrade è fuso e contiene calore; quando c’è richiesta di acqua calda in casa e si apre un rubinetto, l’acqua fredda scorre dal circuito idrico attraverso il serpentino interno, dove viene riscaldata istantaneamente dal calore rilasciato dal PCM attorno ad esso, fornendo così acqua calda sanitaria on-demand alla temperatura desiderata.

La quantità d’acqua effettivamente contenuta all’interno di un Thermino è minima – meno di 15 litri in totale nel circuito interno. Non esiste dunque un grande volume d’acqua mantenuto in stasi: l’acqua è sempre fresca, proviene direttamente dall’acquedotto ogni volta che c’è un prelievo, e viene riscaldata al momento passando attraverso lo scambiatore. L’energia è immagazzinata nel PCM solido, non nell’acqua.
Questo design comporta diversi vantaggi tecnici importanti:
- Niente acqua stagnante, rischio Legionella drasticamente ridotto: il volume inferiore a 15 L e il ricambio continuo di acqua eliminano l’ambiente di coltura in cui i batteri Legionella prosperano. Non essendoci un serbatoio di acqua tiepida mantenuta per lungo tempo, il rischio intrinseco di proliferazione batterica è ridotto al minimo.
- Assenza di elementi riscaldanti immersi e contatto ridotto con il calcare: nella batteria Thermino la resistenza scalda il PCM e non è mai a diretto contatto con l’acqua, a differenza di un boiler tradizionale dove le resistenze o serpentine sono a bagno nell’acqua e tendono a incrostarsi di calcare. Eliminando la formazione di incrostazioni calcaree, si mantiene nel tempo un’elevata efficienza di scambio termico e si evitano perdite di rendimento: basti pensare che solo 1 mm di calcare su una serpentina o resistenza può aumentare il consumo energetico del 7–10%, peggiorando costi e emissioni. Thermino previene questo fenomeno alla radice.
- Manutenzione minima e semplificata: non avendo accumuli di acqua da ispezionare o sanificare periodicamente, le batterie termiche non richiedono i tipici controlli e adempimenti dei bollitori. In un tradizionale impianto con boiler, soprattutto in contesti centralizzati, sono necessari controlli regolari della temperatura, cicli di disinfezione termica, campionamenti d’acqua e registrazioni di manutenzione per gestire il rischio Legionella – tutte attività che comportano costi e oneri amministrativi significativi. Con Thermino, queste esigenze si riducono enormemente, dato che il rischio è pressoché eliminato dal design stesso.
- Elevata densità di accumulo e dimensioni compatte: grazie al PCM Plentigrade, in grado di immagazzinare moltissima energia termica in poco volume, i moduli Thermino riescono a fornire la stessa quantità di acqua calda di un boiler tradizionale con un ingombro fino a 4 volte inferiore. Ciò li rende ideali in installazioni dove lo spazio è limitato (retrofit di appartamenti esistenti, vani tecnici piccoli, nicchie in cucine o bagni). La compattezza amplia la flessibilità di progettazione: ad esempio, può diventare possibile installare una pompa di calore con accumulo termico anche in abitazioni prive di locale tecnico, sfruttando spazi ridotti che un serbatoio convenzionale non avrebbe mai potuto occupare.
- Pronta integrazione con fonti rinnovabili e sistemi intelligenti: le batterie Thermino possono essere ricaricate con molteplici fonti (pompa di calore, resistenza elettrica alimentata da fotovoltaico, caldaia esistente, teleriscaldamento, ecc.) e rilasciano energia velocemente all’occorrenza. Questo le rende un elemento chiave per ottimizzare l’autoconsumo energetico: ad esempio, possono immagazzinare il surplus di produzione fotovoltaica diurna per fornire ACS nelle ore serali, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e massimizzando l’uso di energia rinnovabile autoprodotta. In ottica futura di smart grid, la loro rapidità di carica/scarica e la possibilità di gestione intelligente (anche via sistemi domotici o EMS) le rende una tecnologia “future-proof” per gli edifici moderni.
In sintesi, l’architettura di Thermino elimina o riduce drasticamente i punti deboli dei bollitori tradizionali – acqua stagnante, incrostazioni, lentezza di risposta, ingombro – offrendo al contempo benefici in termini di sicurezza e prestazioni.
Thermino e conformità alle normative italiane
Dal punto di vista normativo e di igiene impiantistica, il design innovativo di Thermino permette di semplificare la conformità a molti requisiti chiave in Italia. Vediamo come la batteria termica si allinea alle raccomandazioni e regole di settore:
- Prevenzione della Legionella integrata: Thermino, mantenendo meno di 15 litri d’acqua nel circuito e garantendo un flusso continuo senza accumuli stagnanti, crea un ambiente ostile al batterio Legionella. Questa caratteristica costruttiva soddisfa intrinsecamente gli obiettivi delle linee guida italiane sulla Legionella (ISS) e della normativa vigente (D.Lgs 18/2023) in materia di prevenzione: riduce al minimo il rischio biologico senza necessità di interventi attivi (come cicli di iperclorazione o shock termici periodici) per mantenere l’acqua sicura. Il risultato è un sistema “safe by design”, che dà tranquillità a progettisti, gestori e occupanti dell’edificio.
- Dispositivi di sicurezza e installazione semplificata: grazie al suo ridotto volume e alla classificazione come piccolo accumulo termico, Thermino può essere assimilato a uno scaldacqua istantaneo dal punto di vista installativo. Ciò non esime dall’installare i necessari componenti di sicurezza esterni – ad esempio, valvole di sicurezza (pressione/temperatura) e se opportuno un vaso d’espansione sanitario – ma significa che l’impianto risultante è più semplice da rendere conforme alle norme rispetto a un bollitore tradizionale di grande capacità. Non essendoci grossi volumi sotto pressione, le sollecitazioni sono minori e un installatore abilitato DM 37/08 potrà inserire Thermino nell’impianto idrico in modo analogo a un comune scaldacqua, rispettando le normative tecniche UNI senza complicazioni. In altre parole, Thermino “rientra nei parametri” più facilmente: ad esempio in UK è riconosciuto come piccolo scalda-acqua unvented esente da certi vincoli G3, e parimenti in Italia consente di soddisfare i requisiti di sicurezza (protezione da sovratemperatura, sovrappressione, anti-scald) con gli elementi standard, riducendo oneri progettuali.
- Ideale per programmi di riqualificazione energetica: nelle ristrutturazioni volte al risparmio energetico, Thermino supporta i progettisti evitando l’introduzione di nuovi rischi o costi di gestione. L’installazione di una batteria termica minimizza i disagi per gli occupanti (un Thermino si installa spesso in meno di una giornata, grazie alle dimensioni compatte e alla semplicità dei collegamenti) e non richiede modifiche sostanziali all’impianto esistente. Soprattutto, eliminando il rischio Legionella non si aggiungono nuovi obblighi manutentivi: non ci sono serbatoi da pulire, né controlli ispettivi periodici da pianificare. Thermino eroga acqua calda attingendo a fonti rinnovabili e garantendo la sicurezza, in linea con il principio che ogni intervento di retrofit deve migliorare l’efficienza senza compromettere la salute. Inoltre, la compattezza e modularità del sistema lo rendono adatto a cantieri con spazi angusti o tempistiche serrate, dove un accumulo tradizionale sarebbe difficile da inserire. Thermino supporta così i progettisti nel perseguire l’obiettivo globale delle riqualificazioni: edifici più efficienti, sicuri e confortevoli in un’ottica di “casa integrata” (whole-house retrofit).
- Conformità a norme tecniche di progettazione (UNI EN 806, UNI 9182): gli standard tecnici europei e italiani sugli impianti idrici (come la UNI EN 806-2 e la UNI 9182) raccomandano buone pratiche che Thermino soddisfa per natura. Ad esempio, tali norme sottolineano l’importanza di lavare e pulire adeguatamente le tubazioni di nuovi impianti per rimuovere detriti, aria e potenziali nutrienti batterici, e progettare reti con ricircolo o flussaggi in modo da evitare “dead legs” (rami morti) e grandi volumi d’acqua fermi che possono favorire la proliferazione di Legionella. Il sistema Thermino – eliminando di fatto grossi volumi di accumulo – riduce già in fase di concezione il potenziale di crescita batterica, allineandosi perfettamente a questo principio progettuale di prevenzione.
- Riferimenti nelle guide progettuali (CTI, AiCARR): la comunità tecnico-scientifica del settore (si vedano ad es. le Linee di indirizzo AiCARR o le guide del CTI sulla Legionella) enfatizza l’importanza di mantenere circolazione dell’acqua, controllo della temperatura e pulizia negli impianti per contenere il rischio Legionella. Viene anche riconosciuto che sistemi a basso volume di accumulo (come quelli sotto i 15–20 litri) presentano un rischio nettamente inferiore e spesso non richiedono cicli di disinfezione termica regolari. Thermino incarna esattamente questo approccio: il suo design a basso contenuto d’acqua fa sì che il gestore dell’impianto non debba programmare cicli anti-legionella (tipo portare l’acqua a 70 °C periodicamente) perché semplicemente non ce n’è bisogno. Per i progettisti ciò significa poter proporre una soluzione intrinsecamente sicura ai committenti, che facilita il rispetto delle Linee Guida italiane e al tempo stesso semplifica la vita a chi utilizzerà e manterrà l’impianto.
In sintesi – Thermino è una soluzione a prova di futuro per la produzione di ACS in Italia
Per i progettisti impegnati nel concepire impianti domestici a basse emissioni ma alti standard di sicurezza, in un contesto normativo italiano sempre più attento alla salute e alla conformità, Thermino rappresenta una soluzione pronta all’uso e affidabile nel tempo. Questa batteria termica al PCM compatta, resistente al calcare e intrinsecamente sicura contro la Legionella, facilita il rispetto dei requisiti di legge (dalle norme anti-legionella ai dispositivi di sicurezza obbligatori), semplificando la progettazione di interventi sia in progetti di riqualificazione residenziale collettiva sia in nuove costruzioni NZEB orientate alla decarbonizzazione.
Oltre ai benefici intrinseci, Sunamp supporta i professionisti nell’integrazione di Thermino nel processo progettuale: sono disponibili modelli BIM dei prodotti e dettagliate schede tecniche per valutarne la compatibilità e le prestazioni nei vostri progetti. Il team Sunamp Italia è inoltre a disposizione per consulenze tecniche dirette.
Avete bisogno di aiuto per valutare la soluzione più adatta? Non esitate a contattare il nostro team tecnico: insieme potremo studiare come Thermino possa contribuire al successo del vostro prossimo progetto residenziale, sia esso un nuovo complesso abitativo a energia pulita o un programma di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente. La batteria termica Sunamp vi aiuterà a fornire acqua calda in modo efficiente, sicuro e conforme, proteggendo sia i vostri clienti finali che la vostra reputazione professionale.


